Introduzione all’esoterismo
Testo di: Nicola Cultrera
1. Le tradizioni esoteriche tra oriente e occidente
Il termine esoterismo deriva dal greco ἐσωτερικός (esotericos) che significa “faccio entrare”, “introduco” ed indica una conoscenza accessibile solo ad un ristretto numero di individui, gli “iniziati”.
Sembrerebbe perciò contraddittorio parlare attraverso uno strumento pubblico ed universale, quale Internet, di problematiche destinate all’attenzione di pochi.
Certamente non possiamo porci l’obiettivo di “svelare” l’esoterismo, tantomeno in poche pagine. Ci limiteremo a compiere un excursus nel tempo e nello spazio sul tema in modo da stimolare la ricerca individuale, la quale sola può dare qualche speranza di comprendere l’essenza di queste tematiche.
Il tema centrale della conoscenza esoterica è quello che ogni essere pensante non può non essersi posto: quale è l’origine ed il fine della nostra esistenza e dell’universo, che validità ha la conoscenza umana?
Nelle varie epoche storiche la conoscenza esoterica, che pure per sua intima natura è destinata a restare privilegio di pochi, si è manifestata in grado di influire profondamente sulla coscienza sottile ed anche di determinare accadimenti epocali.
Da un punto di vista puramente geografico vi sono due approcci apparentemente diversi all’esoterismo, quello orientale e quello occidentale.
Apparentemente diversi perché la cultura occidentale ha manifestato differente approccio solo negli ultimi due millenni (ancor più nell’ultimo millennio), ma si è profondamente nutrita alle origini di tutti gli apporti filosofici, religiosi, di concezione del mondo, che la cultura orientale gli ha fornito.
L’Oriente ha saputo conservare conoscenze tradizionali che solo adesso l’Occidente sta rivalutando, conscio che il percorso occidentale ha consentito il raggiungimento di un benessere e di un predominio materiale, ma è costato in termini di ansie spirituali, solo parzialmente lenite dalla via occidentale all’esoterismo.
Il punto di contatto tra queste due culture e tradizioni è la Civiltà Egizia.
Sinteticamente la cultura egizia fu favorita dalla particolare situazione geografica: il Nilo, il Sole, fonti naturali proiettate sul mondo soprannaturale, di ogni vita e di ogni morte, furono esempi evidenti di concetti esoterici. La civiltà egizia accolse gli innumerevoli influssi della cultura orientale e su tali principi basò un’organizzazione sociale religiosa.
Le divinità egizie, Osiride – Il Sole, Iside – La Luna, Amon, Rah, Toth, Ptah (il supremo che creò il sole e la luna) possono condurre all’essenza del trascendente, perché meno manomesse dalla religione.
Tra le tradizioni orientali quasi mitologiche, è esotericamente importante la tradizione Vedica, che trova canonizzazione nelle Upanishad.
Dietro racconti di ispirazione naturalistica si celano profondi significati: la natura simboleggiata dalle divinità asiatiche (Cibele, Ishtar, Tammuz, Anat), fornisce attraverso le piante ed in particolare attraverso l’albero, la bevanda di immortalità (amrta) e nasconde il dio dell’oltretomba, Yama.
Indra, capo dei Deva, aveva sottratto l’amrta agli Asura, una stirpe di esseri divini, titanici, immortali. A sua volta Mara sottrasse ad Indra la folgore ma avrebbe fallito l’impresa poi riuscita, presso l’albero, a Buddha: la conoscenza del soprannaturale.
Tutte queste lotte tra dei e semidei sono assolutamente analoghe a quelle narrate dalla mitologia occidentale e greca, le lotte tra titani, nati dall’unione di Urano (il Cielo) e Gea (la Terra). Notiamo la perfetta analogia tra la mitologia del simbolo “albero” ed il racconto biblico di Adamo e Eva con l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male e l’Albero della Vita.
Poniamo l’accento a tal proposito come la concezione religiosa sia profondamente diversa da quella puramente esoterica ed eroica: il gesto di Adamo, che coglie il frutto dell’Albero della Vita, gesto eroico di conoscenza e di suprema elevazione, viene letto in chiave sacerdotale come atto peccaminoso, causa di dolore e sofferenza. Analogamente nel mito di Prometeo, condannato ad essere incatenato a testa in giù, con il fegato roso da un avvoltoio, reo di avere donato agli umani la conoscenza (il fuoco simbolico).
Altre saghe mitologiche orientali degne di menzione esoterica sono quella di Ghilgamesh e quelle assiro-babilonesi delle divinità Zù e Baal.
In Occidente nel frattempo, nell’ambito della civiltà greca, esoterismo e filosofia spesso si sovrappongono. Le più antiche scuole filosofiche della Antica Grecia erano scuole di esoterismo ed erano destinate, per una parte, a pochi scelti discepoli.
Tra le tante teorie filosofiche citiamo in questa sede la teoria platonica sulla formazione delle idee e sulla loro origine, che sostiene l’identità concettuale della realtà con ciò che può essere pensato. Dal “Parmenide”: “Tu non puoi conoscere ciò che non è, poiché ciò che può essere pensato e ciò che può essere è la stessa cosa“.
Perciò se Dio esiste e può essere pensato, pensandolo ne limitiamo l’essenza, riducendolo ad una nostra idea. Allora bisogna forse distinguere due principi divini: quello concepibile e quello inconcepibile. Alcuni secoli dopo la sapienza cabalistica (di cui accenneremo in seguito) avrebbe precisato questi principi come Keter (il Principio Pensabile) e l’Ain Sof (l’Inconcepibile).
Restiamo in Occidente, nella civiltà Romana antica si era sviluppato, sia pur se importato dall’Oriente, un culto intriso di conoscenza esoterica, il culto di Mithra.
Secondo il mito, Mitra, rivestito del fogliame ricavato da un albero (simbolo ricorrente in tutte le antiche tradizioni), sfidò il Sole, che si incarnò in un toro.
Afferrato il toro saldamente per le corna, nonostante la corsa sfrenata dell’animale, non mollò la presa finché il toro, esausto, si rifugiò in una caverna (altro simbolo ricorrente nella mitologia tradizionale) ove Mitra riuscì ad ucciderlo. Il ROSSO sangue del toro nutrendo la TERRA fece sviluppare rigogliosissima la VERDE vegetazione.
Abbiamo messo in evidenza alcuni elementi simbolici che lasciamo alla meditazione ed all’intuizione del lettore più attento. Il mitraismo ebbe nell’antichità grande splendore ed ancor oggi possiamo ammirare resti di templi mitraici (ad esempio, a Roma, nei sotterranei della Basilica di San Clemente, poco distante dal Colosseo).
In questo excursus spazio-temporale troviamo spesso concezioni molto simili che si manifestano in epoche storiche o in zone geografiche molto distanti tra loro.
La Mitologia greca, matrice originale per la successiva mitologia romana, contiene messaggi esoterici capaci di elevare la coscienza umana alla comprensione del trascendente.
Ricordiamo la leggenda dei Titani, di Minerva (Dea della Sapienza, nonché delle Arti Liberali e della Guerra, che raccoglie così in sè i valori espressi da Venere e da Marte), la leggenda del Minotauro e del Labirinto, di Teseo e del filo di Arianna, la spedizione di Giasone alla conquista del Vello d’Oro, il giardino delle Esperidi.
2. La Kabbalà
Tutte le tradizioni sembrano però trarre linfa dalle regioni mediorientali, punto di incontro tra Oriente ed Occidente, che hanno fatto da culla per le tre maggiori religioni monoteistiche: la religione Ebrea, quella Cristiana e quella Islamica.
La tradizione ebraica dimostra radici fortemente esoteriche e le manifesta nel pensiero della Kabbalà.
Storicamente la Kabbalà si è manifestata nel XII° secolo d.C., ma la sua origine è di molti secoli precedente, secondo alcune tradizioni sarebbe la parte nascosta, esoterica, della Legge consegnata a Mosè sul Monte Sinai.
Oltre tremila testi costituiscono la Kabbalà, ma il centro di tutto il sistema è lo ZOHAR. La Kabbalà fornisce un insieme di tecniche rituali volte ad aiutare l’uomo, strutturalmente inadeguato, a penetrare il mistero divino, avvicinandolo gradualmente al divino, senza mai annullarne la coscienza (come invece propongono le varie religioni).
Lasciamo a successivi approfondimenti lo studio delle dottrine del TALMUD, dell’albero sefirotico, dai 10 numeri, e delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, che forniscono le 32 vie della saggezza (tante quanti sono i denti del corpo umano), dello CHASSIDISMO, della GHEMATRIA (valutazione del valore numerico delle parole che è alla base della Numerologia), e degli sviluppi moderni del pensiero kabbalistico.
3. I filosofi ermetici, l’alchimia, i Rosacroce, i Templari
Una dottrina assolutamente atemporale ed aspaziale è quella di Ermete Trismegisto (tre volte grande), un personaggio i cui contorni storici sono assolutamente indistinguibili da quelli mitologici e che viene citato già dalla tradizione egizia.
Tutta una schiera di cosiddetti “filosofi ermetici” (ma il termine non inganni perché poco hanno da spartire con quelli che normalmente intendiamo come “filosofi”) hanno trattato temi esoterici in modo velato. Tutta questa tradizione ha poi determinato nel medioevo l’Alchimia, che i più superficiali vogliono leggere come dottrina che ha precorso la chimica moderna, ma una lettura attenta dimostra che le operazioni “chimiche” descritte dagli alchimisti sono in realtà un traslato di operazioni “magiche”, volte a finalità altamente esoteriche.
Tutta una serie di concetti esoterici di difficile comprensione vengono rappresentati sotto forma di elementi ed operazioni alchemiche.
L’Oro che gli alchimisti ambivano ricavare dalla materia va inteso in senso figurato. Chi sappia applicare i procedimenti indicati saprà raggiungere la vera conoscenza, COMPIERE L’OPERA, raggiungere cioè lo stato trascendente.
L’ermetismo parte dalla concezione che tutto discende da un principio unico, l’indifferenziato, l’UNO, che si scinde in due principi: l’Attivo, il Sole, il Fuoco e il Passivo, la Luna, l’Acqua.
Simbolo dell’attivo è un tratto verticale che incontra il passivo, tratto orizzontale ; si forma così l’antichissimo simbolo della CROCE, il cui punto centrale rappresenta l’equilibrio, la cosiddetta “quintessenza”, o un arresto improvviso. Il Fuoco alchemicamente viene rappresentato con un triangolo con il vertice volto verso l’alto mentre l’acqua viene rappresentata da un triangolo con il vertice volto verso il basso. Allora la croce ed il Sigillo di Salomone rappresentano la stessa cosa. A loro volta il punto di arresto centrale trasforma il Fuoco in Aria (fuoco arrestato) e l’Acqua in Terra (Acqua arrestata).
Si determinano così, dall’UNO, i QUATTRO elementi primordiali, che non sono quelli che noi vediamo in Natura perché il nostro sentire è filtrato attraverso il nostro corpo (manifestazione dell’elemento TERRA).
Unendo i quattro elementi ai tre principi otteniamo il sette, simbolo di perfezione (i Chakra del corpo umano, i sette gradi dell’iniziazione mitraica, i sette pianeti anticamente conosciuti, i sette metalli a loro associati etc. etc.).
I quattro elementi primordiali, filtrati attraverso l’elemento TERRA, sono manifesti nel corpo umano: la nera terra nelle ossa e nel sistema scheletrico, l’acqua nel bianco sistema nervoso e linfatico, il fuoco nel rosso sangue e nel sistema circolatorio, l’aria nel principio spirituale, nell’aureo spirito.
Il parallelo può essere posto anche tra i quattro elementi e le quattro stagioni (il nero inverno, la bianca primavera, la rossa estate, l’aureo autunno).
La tradizione ermetica fornisce tutta una serie di procedimenti per compiere le varie opere: l’OPERA AL NERO, l’OPERA AL BIANCO, l’OPERA AL ROSSO per raggiungere infine la PIETRA FILOSOFALE, l’ORO.
Questi procedimenti vanno intesi non in senso letterale, chimico-meccanico, ma in senso figurato, sono percorsi interiori verso la Verità e la Luce.
Dall’Alchimia ai Manifesti dei Rosacroce il passo è davvero breve. Questa setta misteriosa si è mostrata al mondo intorno al 1600 con la pubblicazione dei cosiddetti MANIFESTI ROSICRUCIANI, la “Fama”, la “Confessio” e soprattutto il “CHEMISCHE HOCHZEIT VON CHRISTIAN ROSENKREUTZ” (“Le Nozze Chimiche di Cristiano Rosacroce) ove si descrivono le prove che i candidati a tali nozze debbono superare, la prova dei sette pesi, la Resurrezione del “Re” e della “Regina” (Sole e Luna), in una torre alta sette piani. I Rosacroce fecero dello studio della Natura volta a comprenderne l’intima essenza ed alla diffusione delle loro conoscenze a beneficio dell’intera umanità, lo scopo della loro vita e raggiunsero soglie di conoscenza esoterica raramente toccate nella storia dell’umanità.
Al centro della croce, intesa come abbiamo già visto in senso ermetico, sboccia il fiore della rinascita, della conoscenza, della vita: in Oriente il LOTO, in Occidente la ROSA. Il percorso è chiaramente indicato a chi sappia leggere, nella porta ermetica che possiamo ancor oggi ammirare a Roma in Piazza Vittorio: AD ROSAM PER CRUCEM.
Una grande conoscenza esoterica, ma contestualmente anche un grande potere politico ed economico, fu raggiunto dai Cavalieri Templari.
Dopo aver combattuto nelle Crociate a difesa dei valori cristiani i Cavalieri del Tempio, autoimponendosi una durissima REGOLA, seppero accumulare grande potere, ricchezze e conoscenza; trovando il punto di equilibrio tra le grandi religioni seppero porsi al di sopra ed al di fuori di esse. Attirarono però le brame di potere temporale del Papa Clemente V e del Re di Francia Filippo il Bello che tramarono contro di loro fino a condurli ad un martirio al quale i Templari non opposero resistenza. Finì così nei roghi il loro potere terreno, ma forse il loro martirio fu deliberato e rappresentò la sublimazione spirituale della loro conoscenza esoterica.
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