Angeli. Le nostre guide personali alla coscienza
Testo di: Giulietta Bandiera
Erano almeno 500 anni che gli Angeli mancavano dal mondo. Banditi dalla Santa Inquisizione, che ne temeva il culto e lo considerava alla stregua di una nuova forma di politeismo, sono oggi prepotentemente tornati ad insediarsi nell’immaginario collettivo, tanto che, secondo le statistiche, almeno il 60% degli Italiani e addirittura l’80% degli Americani crede nella loro esistenza.
A riprova di ciò, si consideri il numero di pubblicazioni, siti internet, programmi televisivi, spot pubblicitari e perfino linee di moda ad essi ispirati e dedicati, che fanno a gara nel riproporcene l’immagine, con tutto il suo carico di significati etici, estetici e simbolici.
Un ritorno, quello angelico, che i sociologi attribuiscono alla grande ondata di spiritualità che negli ultimi decenni ha fatto leva, fondamentalmente, sulle paure dell’uomo moderno, alle prese con un momento storico fra i più difficili, in cui ad un passato ormai vuoto di significato, fanno seguito un presente irto di incognite ed un futuro privo di garanzie. Ciò induce tutti noi a tentare di recuperare quei valori umani e spirituali, che sono i soli in grado di restituire senso alla nostra vita, e a ricercare una nuova identità, nella quale sia possibile tornare a riconoscerci.
Gli Angeli sono tornati dunque, richiamati a gran voce dal nostro bisogno, per essere prima di tutto i “custodi” della nostra unicità. Il loro messaggio infatti è personale, rivolto a ciascuno in modo esclusivo e mai generalizzabile. L’Angelo infatti ci chiama per nome, utilizza il nostro speciale codice di comunicazione, conosce la combinazione segreta che apre il nostro cuore, intrattenendo con ciascuno di noi un rapporto intimo e profondo e da ciascuno aspettandosi qualcosa di diverso, perché diversa è la vocazione di ciascuno.
Ma chi è l’Angelo? Essenzialmente un essere spirituale, incorporeo, ma dotato di coscienza e di una conoscenza che è pura intuizione e visione globale della realtà. Realtà che egli percepisce nella propria interezza, al di là delle frammentarie apparenze, poiché, a differenza di noi, è del tutto libero dalle categorie fisiche di spazio e tempo.
In greco, il suo nome significa “messaggero”, poiché il compito dell’Angelo, la sua funzione principale, è quella di far da tramite fra cielo e terra, alto e basso, luce ed ombra, vale a dire fra il piano divino (immateriale) e quello umano (materiale) dell’essere, che egli collega e mette in comunicazione. Di per sé privo di forma, l’Angelo è pura in-formazione e dunque non stupisce che la sua presenza abbia assunto un’importanza cruciale proprio nell’epoca dell’informazione globale.
In verità egli non si limita a recare un messaggio, ma è di per se stesso messaggio e testimonianza di una Presenza ben più importante della sua, quella del Dio vivente dentro l’uomo. E intorno a lui. Non è perciò possibile parlare dell’Angelo, se non in relazione a Dio, proprio come sarebbe impossibile considerare il numero 5 prescindendo dal numero 1.
Proprio come il 5 non è che il risultato della somma di 1+1+1+1+1, l’Angelo -qualunque Angelo- è un numero risultante da una somma che dall’UNO ha origine. Già nella Divina Commedia, ad esempio, Dante si riferiva a lui come ad uno specchio, che riflette, moltiplica e diffonde all’infinito la Luce Divina. Una Luce incommensurabile – quella della Verità – che l’uomo non potrebbe tollerare tutta intera, se l’Angelo non fungesse da filtro, quasi da “contagocce”, affinché a ciascuno venga somministrata nella giusta dose, a seconda del suo livello individuale di coscienza e di maturità.
Latore di quella Luce, che è Grazia Divina, l’Angelo ha dunque il compito di rivelarci a noi stessi, affinché diveniamo consapevoli delle nostre potenzialità e possiamo, a nostra volta, diffondere nel mondo la stessa Luce. E in che modo farlo? Semplicemente realizzando noi stessi per ciò che veramente siamo, superando i nostri limiti, le nostre paure, i nostri condizionamenti, per poter svolgere spontaneamente il nostro compito di vita; quello per il quale siamo venuti su questo pianeta, in questa precisa epoca, con questo corpo, questo carattere e queste particolari capacità.
Ciò che il nostro Angelo si aspetta da noi, in altre parole, è che giungiamo alla coscienza di noi stessi, per costruire la nostra felicità, cooperando a quel Progetto Divino che implica la felicità di tutti. Per questo, come nostro Maestro Interiore, egli cospira con noi affinché mettiamo, nel vivere la nostra vita quella stessa serietà, quella stessa attenzione, quello stesso gioioso entusiasmo che da bambini mettevamo nel nostro gioco preferito.
Per questo, come un fratello maggiore, ci è accanto per aiutarci, sostenerci e guidarci in questa impresa di ricostruzione di un mondo in cui vivere sia di nuovo bello e di nuovo semplice. Ma per ricostruire il paradiso, è dal nostro paradiso personale che dobbiamo incominciare, poiché è la realtà che abbiamo dentro l’unica della quale siamo direttamente responsabili. Solo trasformando la nostra realtà interiore, del resto, potremo trasformare anche la realtà che ci circonda. Ciascuno secondo i propri tempi e le proprie possibilità.
Se dunque l’Angelo ci porta il messaggio di Verità, è perché noi possiamo trasformare quella Verità in Amore. E cos’è mai l’Amore, se non Verità che prende corpo? Proprio per questo il nostro compito è così importante: poiché soltanto l’essere umano è dotato di un corpo -oltre che di una mente e di uno spirito- attraverso cui può operare tale trasformazione, grazie ad un atteggiamento consapevole e costruttivo, dapprima nel proprio essere e poi nel mondo che lo circonda.
Se non per nostro tramite, l’Angelo non avrebbe accesso al mondo materiale, né potrebbe, senza la nostra adesione volontaria al suo progetto, riportare ordine nel caos e riconciliare fra loro gli opposti. Egli non è altro che l’impulso creativo, la Grazia efficiente, la voce silenziosa, attraverso cui Dio stesso chiede all’uomo di co-creare il mondo, ad ogni istante, insieme a Lui, per dare finalmente una coscienza alla natura e un senso sempre nuovo alla vita. La nostra, per cominciare, e attraverso questa, alla Vita Infinita.