Riflessologia: La salute parte dai piedi
Testo di: Giampiero Cara
Ammettiamolo: i piedi sono una delle parti più bistrattate del nostro corpo. Fino a qualche tempo fa era persino sconveniente parlarne. Eppure, secondo gli esperti, essi riflettono il nostro rapporto col mondo e persino il nostro equilibrio interiore.
A un piede pesante e rigido, per esempio, corrisponde spesso una natura altrettanto inflessibile. Piedi deboli possono indicare debolezza interiore, timidezza o forse uno stato depressivo. Piedi orientati in direzioni opposte, invece, esprimono la confusione interiore di chi è indeciso sulla direzione da prendere nella vita. Inoltre, toccarsi i piedi per massaggiarli, lungi dall’essere una cosa sconveniente, può avere notevoli effetti benefici sul nostro stato di salute.
Pare lo sapessero anche gli antichi egizi, stando almeno ad un dipinto murale del 2330 a.C., che raffigura chiaramente l’applicazione di un massaggio alle mani ed ai piedi. Ma i primi ad accorgersene, circa cinquemila anni fa, furono i cinesi.
In base allo stesso principio che è a fondamento dell’agopuntura – ossia che il corpo umano è attraversato da meridiani energetici che mettono in contatto tra di loro le varie parti del corpo stesso, compresi gli organi interni – essi scoprirono che, stimolando con la pressione delle dita certi punti del piede, si potevano guarire disturbi localizzati altrove nel corpo.
Storie raccontate con i piedi
Soltanto all’inizio di questo secolo, però, il massaggio del piede trova un’impostazione scientifica anche in Occidente, grazie agli studi dell’otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald, proseguiti poi negli anni Trenta da un’altra terapeuta americana, Eunice Ingham, autrice di un celebre testo significativamente intitolato “Le storie che i piedi potrebbero raccontare”.
Nasce così la moderna riflessologia, o “terapia zonale”. Secondo chi la pratica, il corpo umano è diviso in 10 zone o canali di energia (non esattamente corrispondenti, per la verità, ai meridiani dell’agopuntura cinese) che vanno dalla testa in giù fino alle cosiddette “zone riflesse” che si trovano sui piedi, ma anche sulle mani e sul volto.
Tutte le parti del corpo che si trovano all’interno della stessa zona sono dunque collegate a questi punti di riflesso, oltre che tra di loro. Quindi, applicando una certa pressione su uno di tali punti, il terapista è in grado di riequilibrare l’energia nella zona ad esso collegata, guarendola da eventuali disturbi.
Questa tecnica di massaggio terapeutico si rivela particolarmente efficace sulle nostre estremità inferiori, probabilmente grazie anche alla ricchezza di terminazioni nervose (circa 70.000) che si trovano sulle piante dei piedi. Stimolandole, si possono inviare dei messaggi benefici a tutte le parti del corpo, influenzando in particolare i sistemi circolatorio e linfatico, ma anche la funzionalità generale del corpo e degli organi interni, nonché le condizioni dell’epidermide.
Molti riflessologi ritengono che i benefici della terapia a livello mentale ed emozionale, oltre che fisico, possano essere attribuibili ai suoi effetti sul sistema neuroendocrino, che opera in collaborazione col sistema nervoso, stimolando il cervello a produrre una varietà di sostanze chimiche naturali in grado di agire su organi e tessuti specifici del corpo.
Un massaggio per tutti
Pur non proponendosi come una sorta di panacea, la riflessologia è adatta a tutti, dai bambini agli anziani, e viene usata per trattare un’ampia gamma di disturbi piuttosto comuni, come i dolori alla schiena, la sciatalgia, i problemi digestivi e mestruali, l’emicrania, la pressione alta e le allergie, nonché per ridurre gli effetti negativi dello stress. Ma pare che funzioni anche in caso di problemi più gravi, come i postumi di ictus cerebrali, la sclerosi multipla o le lesioni muscolari di varia origine.
Inoltre, può essere valida anche come terapia preventiva: i riflessologi affermano di riuscire, a volte, a scoprire un’imminente o potenziale malattia, per poi effettuare un opportuno trattamento preventivo o indirizzare il paziente verso uno specialista. Inoltre, pare che bastino uno o due massaggi mensili (dal costo variabile dalle 50 alle 80 mila lire circa a seduta) per mantenersi sempre in buona salute.
Di recente, a Londra, due ricercatrici, le dottoresse Gowri Motha e Jane McGrath, hanno condotto uno studio secondo cui 37 donne incinta, sottoposte ad una serie di 10 trattamenti riflessologici ognuna, ne hanno beneficiato sia in fase di gravidanza sia durante le doglie. Si sono registrati miglioramenti di problemi comuni tra le gestanti, come il mal di schiena, il bruciore di stomaco e la ritenzione dei liquidi, ma soprattutto la durata delle doglie si è ridotta della metà rispetto alla media nazionale.
In Italia non esistono, in pratica, studi autorevoli sulla riflessologia perché, a differenza di quanto è avvenuto per l’agopuntura, questa terapia “alternativa” non è stata ancora riconosciuta dalla medicina tradizionale. Non ufficialmente, almeno. “Quasi vent’anni fa, quando incominciai a praticare la riflessologia, i medici ci consideravano una sorta di stregoni”, racconta Dalia Piazza, responsabile del Centro Italiano di Riflessologia Fitzgerald a Milano e autrice di vari libri sull’argomento. “Col passare degli anni, però, il rapporto con loro è andato migliorando, a tal punto che oggi tanti medici vengono a fare dei corsi da noi, e molte persone si sottopongono al massaggio riflessologico su prescrizione del medico. Insomma, sono sempre di meno quelli che arricciano il naso. Alcuni assumono addirittura un riflessologo nel loro studio”.
La tecnica
Ma cosa accade esattamente in una seduta di riflessologia? Ce lo spiega Erasmo Buzzacchi, autore di di un “Corso video di Massaggio Zonale” (Red Edizioni). Il paziente viene fatto stendere su un lettino con la schiena leggermente sollevata e un cuscino sotto le ginocchia, per facilitare il rilassamento delle estremità inferiori. Il terapeuta sta seduto davanti a lui in modo da potergli afferrare i piedi e, contemporaneamente, osservarne il viso per controllarne le reazioni.
La tecnica di base consiste nell’esercitare sulla cute una pressione più o meno leggera con il polpastrello del pollice (inclinato in modo tale da non provocare dolore con l’unghia), per poi tornare nella posizione di partenza e ricominciare, con un movimento continuo che ricorda l’andatura di un lombrico. Perché la stimolazione abbia effetto, è necessario procedere sempre in avanti, mai all’indietro.
“In linea di massima”, scrive Buzzacchi, “un trattamento dura circa 45 minuti. Però, se ci si trova di fronte a un paziente particolarmente nervoso o che ha avuto eccessive reazioni dopo la prima seduta, oppure a dei bambini o a delle persone anziane, si dovrà abbreviare il tempo del massaggio, portandolo a circa 15 minuti”.
Un ciclo normale è composto, in genere, di dieci trattamenti settimanali o bisettimanali. Se invece la durata di ogni seduta è ridotta a 15 minuti è consigliabile aumentarne la frequenza, magari a giorni alterni. E i risultati, a quanto pare, sono assicurati. E a dirlo sono non solo i terapisti, ma anche i numerosissimi pazienti soddisfatti. La salute, insomma, parte dei piedi. E sembra che sempre più persone comincino ad accorgersene. Anche in Italia, finalmente.