Per una Medicina dei Significati. Incontro con Loredana Filippi
Testo di: Roberta Piliego
– Che cosa si intende per “Medicina dei Significati”?
La continua ricerca di nuove forme di terapia, da quelle più tipicamente scientifiche a quelle naturali e non invasive, non è sempre sufficiente a promuovere una vera guarigione se non si affianca ad essa un cammino molto più personale di consapevolezza e di ricerca delle vere origini dello squilibrio. La comprensione infatti dei meccanismi che generano la malattia, non quelli biologici responsabili dell’alterazione organica, ma quelli più profondi, psichici ed energetici, rappresenta un passaggio fondamentale e indispensabile nella strada della salute.
La visione olistica prevede che ogni manifestazione dell’esistenza faccia parte di un tutto, un òlos organico e coerente. Un “organismo cosmico” superiore alle singole realtà nel cui ambito ogni forma riecheggia e fa trasparire l’ordito e la trama che la sorregge. In questo Universo infatti, ogni cosa cammina in una precisa direzione, l’unus versus verso cui ogni forma muove, una meta che – al di là di ogni meta – precede e accomuna tutto ciò che trova in esso la sua manifestazione. Tutto trova un “senso”: non solo una direzione ma anche un significato.
– È, in un certo senso, un altro modo di “guardare alla vita”…
La consapevolezza che ogni realtà è intimamente “tessuta” e tramata in quest’ordito, offre un’incredibile possibilità a chi si accinge a guardare alla vita con un senso nuovo: salute e malattia, così come buona e cattiva sorte, perdono ogni esclusiva connotazione di bene o di male per farsi segnali lungo la strada. Per questo è importante sensibilizzarsi ad un nuovo modo di guardare alla vita e al cammino che in essa percorriamo, con i suoi “alti e bassi”, le sue pianure e le sue vette, per poter riconoscere in essa il “disegno”, assolutamente unico e irripetibile, che sottende ogni esistenza, intesa come percorso di apprendimento e, quindi, di evoluzione.
In quest’ottica, la ricerca del “messaggio” che la malattia porta con sé rappresenta la possibilità di integrare la guarigione fisica con una guarigione più completa e più vicina al benessere globale, oltre che un’occasione unica di crescita della propria consapevolezza.
– La ricerca e la possibilità di trasformazione di cui parli ricorda un processo di tipo alchemico
La Medicina dei Significati trasforma la malattia da nemica in alleata: guarire significa cogliere l’informazione contenuta nella malattia e nei suoi sintomi, decodificando il messaggio organico e traducendolo in parole comprensibili alla nostra anima. La terapia, intesa come processo di apprendimento, diviene allora un “cammino di ritorno”: la decisione di ripercorrere il sentiero fino “al punto di separazione” che ha portato all’allontanamento da una parte di noi stessi; la stessa che, ora, proprio attraverso la malattia, richiama la nostra attenzione.
Il recupero della memoria, l’autoascolto, unitamente a criteri e informazioni utili per la comprensione dei meccanismi psicoenergetici della malattia, portano il paziente a svolgere un ruolo attivo nel proprio processo di guarigione, senza continuare a ‘delegare’ qualcosa o qualcuno al di fuori sé”.
– Quando la persona inizia a guarire?
Con la trasformazione della coscienza, la persona guarisce. I sintomi che tanto temiamo molte volte spariscono da soli, semplicemente perché demotivati. Se questo non accade, il processo di guarigione si è comunque instaurato ad altri livelli e qualcosa, anche nel mondo più materiale, sicuramente migliorerà. I cosiddetti miracoli, secondo questa prospettiva, non sono altro che “salti quantici” della coscienza. Non a tutti è dato raggiungerli, così come è giusto non illudersi in proposito. Non a tutti serve, non per tutti è utile, conseguire un miracolo. A tutti invece è dato compiere “il proprio” miracolo scoprendo, anche nella quotidianità, l’enorme possibilità di comprensione e, di conseguenza, di trasformazione della realtà che ognuno di noi possiede.
– Qual è il significato profondo di questa Medicina dei Significati?
Soffriamo tutti di un’unica malattia e, a causa di questa sofferenza, siamo tutti molto tristi. Il male che sta oggi distruggendo il pianeta è la mancanza di senso. Mancanza o insufficienza che si insinua subdola non solo fra le righe della nostra vita – e sempre più in quella di molti giovani – ma che insidia lo stesso pianeta sul quale la nostra specie ha trovato manifestazione: che senso ha una foresta?
Se non ne ha qualcuno molto particolare, posso distruggerla, posso decimare gli animali, posso trasformare e rivoluzionare interi territori, il tutto unicamente in nome di un “senso” – il senso del “potere” – sempre più distruttivo e sempre meno “significante” a livello più generalmente umano. Ma, soprattutto, che senso ha la malattia, la sofferenza e la morte? Dov’è finito questo senso, il senso, in una civiltà che ha cancellato i significati profondi dei quali ogni animo si nutre, non distruggendoli ma – peggio – sovrapponendo ad essi strati indelebili di più forti e violente colorazioni?
Unici, tali significati, in grado di dare un “senso” ad una vita che appare sempre più precaria ed infinitamente fragile e che possono, spesso senza parole, dare voce a quegli eterni interrogativi che accompagnano la vita dell’uomo nella storia di ogni umanità; significati che si sono custoditi nei secoli grazie alle forme di religiosità più semplici le quali, con le loro cerimonie e i loro riti, sempre diversi nella forma ma saldi nel cuore, sapevano salvare e nutrire la comunicazione con le profondità più misteriose dell’animo umano e ne insegnavano ad udirne la voce. E i giovani non sanno così dove andare, dove andare a riporre il loro cuore che pur avvertono palpitare intensamente; i meno giovani si chiedono “perché” e i vecchi si nutrono unicamente degli antichi ricordi, senza ricucire le esperienze che hanno segnato la loro vita e riconoscere la strada che hanno finora percorso come un cammino ben definito e tracciato sulla carta invisibile dell’anima.
Per questo il nostro mondo ha bisogno di senso. Ha bisogno di non fuggire all’angoscia che inevitabilmente alberga nella naturale condizione umana, ma ha bisogno piuttosto di comprenderla, ascoltarne il significato e far morire definitivamente il fantasma del nulla. È allora che il significato si fa medicina.
LOREDANA FILIPPI
Giornalista e studiosa di Medicina Naturale, si occupa in particolare di Medicina Tradizionale Cinese – anche come terapista shiatsu e consulente in Medicina dei Significati.
È autrice del libro “Verso la scienza della salute. Una nuova visione dell’essere umano e della medicina“, Ed. New Sounds Multimedia.
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