Oligoterapia catalitica
Testo di: Rocco Carbone
L’oligoterapia rappresenta una metodica terapeutica basata sulla somministrazione di oligoelementi diluiti e dinamizzati secondo il metodo omeopatico.
Fin dall’antichità, l’uomo utilizzò gli oligoelementi in modo naturale ed empirico, gli Egizi curavano le piaghe con ossido di zinco, i Romani assumevano il ferro, i Caldei indossavano braccialetti di rame per curare infezioni reumatiche.
I primi approcci scientifici si ebbero all’inizio del XX secolo ad opera di Gabriel Bertrand che comprese il ruolo enzimatico degli oligoelementi nella materia vivente. Negli anni trenta Jacques Menetrier, medico francese, introdusse l’uso degli oligoelementi nel campo della medicina umana, ancora oggi i suoi lavori e quelli della sua scuola sono la testimonianza della validità ed efficacia di questi trattamenti.
Definizione degli oligoelementi
Gli oligoelementi sono dei minerali presenti negli organismi viventi dove pur essendo distribuiti in quantità infinitesimali, allo stato di tracce, hanno un ruolo biologico essenziale.
Sono definiti oligoelementi, dal greco oligos (poco) gli elementi chimici presenti nell’organismo umano in concentrazione inferiore a 0.01% della massa corporea; quindi in un soggetto di 70 kg sono presenti circa 7 g di un determinato elemento.
Aspetti biochimici degli oligoelementi
Per capire il ruolo degli oligoelementi già Menetrier affermava che la maggior parte delle patologie, rappresentano il risultato di vere e proprie “malattie funzionali” dell’organismo, che, se non corrette e riequilibrate, conducono alla patologia acclarata: “Le manifestazioni cliniche funzionali sono conseguenze di blocchi a livello enzimatico con rallentamenti e alterazioni a catena di vie metaboliche con possibili lesioni organiche“.
Durante il suo periodo di latenza la malattia funzionale può provocare lesioni gravi, intaccare l’integrità dell’organismo e di diminuire le sue capacità di difesa.
Gli oligoelementi hanno un ruolo fondamentale nel mantenere l’equilibrio metabolico, e una loro carenza, definita ametallosi, porta a una malattia funzionale, secondo lo schema seguente:
ametallosi –> carenza enzimatica –> alterazione metabolica –> malattia funzionale
L’azione degli oligoelementi si esplica a livello funzionale enzimatico o strutturale come parte integrante di ormoni, vitamine, tessuti, ecc.
Azione funzionale
L’azione funzionale degli oligoelementi si esplica a livello enzimatico, fanno parte della molecola di un enzima, costituendo i cofattori enzimatici che svolgono la loro attività catalitica nei processi metabolici.
L’assenza o carenza di questi elementi rallenta o impedisce la catalisi provocando blocchi metabolici e conseguente lesioni tissutali o alterazione della funzionalità metabolica.
Appartengono a questa categoria di oligoelementi:
1. Manganese, costituisce il gruppo prostetico dell’arginasi, enzima che favorisce l’idrolisi della arginina in urea.
2. Rame, costituisce il gruppo prostetico della ceruplasmina (enzima implicata nelle reazioni di ossidazioni), nella Citocromo-ossidasi (catalizza la riduzione dell’ossigeno molecolare ad acqua), nella Lisina-ossidasi (che interviene nel metabolismo del collageno e dell’elastina).
3. Selenio, costituisce il gruppo prostetico del glutatione-perossidasi, enzima con azione anti-ossidativa a livello delle membrane cellulari.
4. Zinco, costituisce il gruppo prostetico dell’anidrasi carbonica (enzima che favorisce l’idratazione della CO2 in H2CO2), della Carbossipeptidasi (con funzioni proteolitiche), della Deidrogenasi (NAD e NADP dipendenti con funzione di trasporto di ioni idruro) e della Polimerasi (che interviene nelle reazioni di replicazioni del DNA e RNA).
Azione strutturale
L’azione strutturale è dovuta alla presenza di un oligoelemento come parte integrante di molecole organiche con azione non enzimatica, ma che rientrano nella formazione della struttura di tessuti, ormoni e vitamine.
Appartengono a questa categoria di oligoelementi:
1. Calcio e Magnesio presenti nella miocellula del tessuto muscolare con funzioni di neurotrasmettitori dell’eccitabilità muscolare.
2. Cobalto, presente nella molecola della vitamina B12 (Cianocobolamina) e determinante per la biosintesi della stessa.
3. Fluoro, costituente dell’idrossiapatite interviene nella formazione del tessuto osseo e dei denti.
4. Iodio, presente negli ormoni tiroidei.
5. Silicio, necessario per il legame del collagene ai mucopolisaccaridi del tessuto connettivale.
Classificazione degli oligoelementi
Gli oligoelementi vengono classificati in funzione della loro attività ed importanza sui processi metabolici in essenziali e non-essenziali.
Oligoelementi essenziali
Sono oligoelementi che svolgono un ruolo fisiologico indispensabile alla vita e al mantenimento dello stato di salute.
Essi sono: Cobalto (Co), Cromo (Cr), Ferro (Fe), Fluoro (F), Manganese (Mn), Molibdeno (Mo), Nichel (Ni), Rame (Cu), Selenio (Se), Silicio (Si), Vanadio (Va), Zinco (Zn).
Oligoelementi non essenziali
Sono elementi non ritenuti di vitale importanza per la funzionalità di processi metabolici, ma sono dotati di proprietà curative, soprattutto intervengo per migliorare le difese immunitarie e l’energia vitale interiore.
Essi sono: Alluminio (Al), Argento (Ag), Bismuto (Bi), Oro (Au).
Forma farmaceutica
Gli oligoelementi sono disponibili in forma liquida, in Fiale da 2 ml in DH (diluizioni Hahnemaniane decimali), salificati con Acido Gluconico (ac, fisiologico del ciclo metabolico del glucosio), il rilascio del metallo avviene in forma ionica e sono facilmente assorbile per via perlinguale.
Somministrazione
Gli oligoelementi si assumano per via perlinguale a digiuno, mantenendoli per alcuni minuti sotto la lingua e successivamente deglutiti; la posologia consigliata non varia per i bambini, adulti e anziani.
La posologia varia a seconda della gravità dei sintomi o della cronicità; di solito si somministrano 2 o 3 dosi al giorno nei casi acuti e una dose al giorno come mantenimento. In caso di terapia con più di un oligoelemento, si consiglia una distanza d’assunzione di circa 10 minuti tra l’uno e l’altro. Distanziare le dosi quando si è ottenuto l’effetto regolatore, e sospendere il trattamento per otto giorni nel caso in cui compaiano fenomeni reattivi. La terapia con oligoelementi va protratta per periodi da tre a sei mesi, ripetendo il ciclo nel caso di affezione cronica.
Avvertenze e aggravamento
Gli oligoelementi somministrati sotto forma catalitica non presentano alcuni tossicità, l’assunzione errata non induce né effetti tossici né effetti sfavorevoli. Tuttavia possono provocare una sindrome patogenetica simile all’aggravamento omeopatico; in tal caso, si consiglia di sospendere la somministrazione degli oligoelementi.
Precauzioni e consigli utili
Cobalto: può provocare sensazione di malessere generale e vertigini.
Rame: può provocare turbe digestive con crampi addominali.
Manganese: può provocare un’accentuazione transitoria dell’allergia.
Rame-Oro-Argento: possono provocare agitazione serotina ed insonnia.
Concetto di terreno e diatesi
Menetrier osservò che alcuni individui presentavano una sensibilità e una ricettività verso determinate malattie più elevata di altri, classificando i tipi di malati secondo il loro fattore ereditario, la loro recettività o resistenza a certe malattie, il loro comportamento fisico e psicologico.
Egli determinò degli aspetti differenti di reattività individuale, definito terreno diatesico, secondo le caratteristiche esposte, classificando i differenti stati patologici in cinque classi si modalità reattive, che chiamò “diatesi”, dal greco diathesis (disposizione).
Questi terreni organici, rappresentano la sensibilità di un determinato organismo ad evolvere verso patologie comprese nella diatesi di appartenenza; costituendo un modello di valutazione di eventi patologici di cui un soggetto potrebbe tendenzialmente avere nel tempo. In altri termini un organismo potrà ammalarsi non tanto per l’azione di un agente patogeno, quanto per la sensibilità individuale, predisposizione di terreno, di un organismo verso quell’agente.
Mentrier classifica in quattro diatesi gli stati individuali di terreno, più una quinta diatesi di disadattamento divisa in due sindromi. Ogni diatesi risponde al trattamento con un oligoelemento o associazione di più oligoelementi.
Evoluzione diatesica
Le prime quattro diatesi sono considerate di terreno o costituzionali, esse possono essere acquisite geneticamente, oppure, possono svilupparsi durante patologie e in situazioni di stress.
Le prime due diatesi sono definite giovani e si ritrovano in soggetti fisicamente resistenti, la terza e quarta diatesi sono considerate vecchie e sono caratteristiche di soggetti con alterazioni d’organi e dello stato di avanzamento dell’età.
Possono evolvere da una diatesi verso l’altra in particolari situazioni di aggressioni fisiche o psicologiche.
Per esempio, un malato che in origine artritico, diatesi I, può diventare ipostenico, diatesi II, se sottoposto ad un surmenage fisico o pischico, accompagnato da malnutrizione, o, seguito ad una aggressione microbica.
Un surmenage sessuale potrà modificare le diatesi I e II verso una diatesi distonica” (diatesi III). Uno stress psicologico potrà trasformare la diatesi artritica (diatesi I) o la diatesi ipostenica (diatesi II) nella diatesi distonica (diatesi III) o nella “anergica” (diatesi IV).
Il trattamento con gli oligoelementi, ripristina lo stato di alterazione sopra descritto, facendo ritornare il soggetto verso la sua diatesi d’origine, cioè verso il suo equilibrio biologico costituzionale.
Un trattamento oligoterapico prolungato può spostare la diatesi di origine, verso un’altra diatesi, per evitare questo è consigliabile sospendere il trattamento al miglioramento sintomatico e al raggiungimento della diatesi di costituzionale diatesica.
L’evoluzione verso la diatesi III e IV, rappresentano una forma di invecchiamento prematuro da sovraccarichi, in conseguenza di stress diversi, intossicazioni, terapie farmacologiche con psicofarmaci, cortisonici e antibiotici per periodi prolungati nel tempo.
Le diatesi o sindromi da disadattamento, riguardano, in particolare, l’aspetto psico-neuro-endocrino-immunologico (PNEI) legato all’attività delle ghiandole endocrine: asse ipofisi- gonadi e asse ipofisi-pancreas.
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