Grafologia
Testo di: Giorgio Mazzolini
La grafologia (dal greco: graphè=scrittura; lògos=parola) è quella disciplina a carattere sperimentale, che con le sue leggi, relative e in continua verifica come tutte le altre scienze, cerca di tratteggiare la complessità dei comportamenti psico-fisici dell’uomo, attraverso l’analisi e l’interpretazione dei segni grafici rilevati dalla scrittura.
- A supporto di ciò possiamo fare una serie di considerazioni:
- Ogni uomo è un prodotto originale e il gesto grafico da lui tracciato è quindi unico e diverso da quelli tracciati dagli altri uomini;
- Vari studiosi di questa materia, a distanza di tempo, e ignorandosi tra loro sono giunti alle medesime conclusioni;
- La scrittura è la rappresentazione grafica della personalità dello scrivente, con le sue componenti intellettive, tendenze comportamentali, attitudini, predisposizioni intrinseche;
- Nel gesto scrittorio eseguito dalle dita della mano vi è canalizzata e confluiscono, l’intelligenza, il pensiero, la volontà, il sistema neuromuscolare e tutta l’organizzazione psichica della persona;
- La mano risponde agli impulsi che partono dalla corteccia cerebrale e li fissa nel campo grafico che diventa cosi lo spazio ideale in cui l’IO esprime il suo essere personale e il modo con cui cerca di stabilire la comunicazione con il TU;
- Il segno grafologico è la risultante di più fattori che confluiscono in una modalità dell’essere e del comportamento. Ogni segno, in quanto espressione dinamica, è in relazione con tutti gli altri segni.
Esistono molte scuole di grafologia, ognuna delle quali utilizza un proprio sistema e prende nome dal caposcuola: Morettiana, Klagesiana, Pulveriana, Jaminiana, Hegariana, Marchesaniana, ecc.
Le più importanti scuole sono attualmente quella italiana (che utilizza il sistema di Moretti), quella francese (che utilizza il sistema di Crepieux-Jamin) e la scuola tedesca (che utilizza il sistema di Klages).
Anche dal punto di vista interpretativo e terminologico esistono diverse correnti che si distinguono non solo in funzione della scuola ma anche dell’indirizzo psicologico a cui fanno riferimento (nota è ad esempio la grafologia junghiana).
Riportiamo alcune affermazioni che secondo alcuni capiscuola compendiano il concetto di grafologia:
Klages (1872-1956): “La grafia è il segno permanente e oggettivo del movimento personale di chi scrive”
Pulver (1889-1952): “L’uomo con la sua scrittura fa il proprio ritratto”; “L’uomo, scrivendo, descrive se stesso”
Moretti (1879-1963): “Scienza sperimentale che dal solo gesto grafico d’uno scritto rileva le tendenze sortite da natura“
Quale è lo scopo della Grafologia?
Poiché dalla scrittura è possibile conoscere l’uomo, il suo carattere, le tendenze, le facoltà (come grandi uomini del passatocome Aristotele e Shakespeare hanno intuito molto prima della nascita della scienza grafologica), lo scopo della grafologia è di rilevare tramite il tracciato grafico di una scrittura, la personalità, dal punto di vista intellettivo e del temperamento, dello scrivente.
- I campi d’applicazione della grafologia, che ormai a pieno titolo è considerata una scienza dell’espressione, sono moltissimi:
- Analisi della personalità
- Problemi connessi all’età evolutiva
- Gestione delle risorse umane
- Esame peritale al servizio della giustizia
- Orientamento scolastico e attitudinale
- Problemi di coppia e familiari
- Consulenze in ambito clinico
Tra queste applicazioni, particolare importanza hanno le perizie per i tribunali (che in molti casi sono decisive per la giustizia), la consulenza per l’orientamento scolastico e la collocazione delle risorse umane in ambito aziendale (la rilevazione delle tendenze o predisposizioni della persona in esame consente di fare delle scelte ponderate e basate su dati oggettivi), la consulenza agli operatori clinici soprattutto per contribuire alla formulazione della diagnosi di patologie psico-fisiche.
Come si esegue un’indagine Grafologica?
Per eseguire un’indagine grafologica il consulente ha bisogno di un tracciato grafico spontaneo, eseguito su carta non rigata, stilato con la penna comunemente usata, su un piano d’appoggio non morbido e in posizione comoda.
Lo scritto deve essere di almeno una pagina ed essere firmato (la firma ha un valore particolare per l’indagine grafologica).
Tramite le molteplici proprietà dei segni grafici, il grafologo deve essere in grado di fare la sintesi, intesa come risultante dell’incontro delle proprietà dei vari segni, ricavandone i tratti originali del carattere, del temperamento e delle tendenze dell’autore dello scritto in esame.
Nella rubrica mensile (Approfondimenti e tecniche di base) illustrerò sinteticamente i segni grafici più importanti e le principali tecniche dell’indagine grafologica con interessanti esempi esplicativi; approfondirò inoltre i concetti fondamentali che in questa presentazione ho necessariamente solo sfiorato.
Curvilineità – Angolosità
Una delle categorie grafologiche più importanti e che risulta evidente guardando una scrittura, è la curvilineità o l’angolosità delle lettere che la compone.
La scrittura curva è il segno grafologico della tendenza all’altruismo mentre la scrittura angolosa è il segno grafologico della tendenza all’egoismo.
Psicologicamente parlando l’altruismo (scrittura curva) favorisce l’apertura agli altri, è elemento essenziale e determinante per dare e/o ricevere, ma è vero pure che l’egoismo “sano” (scrittura angolosa) ci permette di connotare e difendere la nostra individualità.
Per cui una grafia non sarà mai completamente curva, perché l’eccessivo altruismo sfocerebbe nella noncuranza di sé, nella mancanza di dignità, in una parola nella mancanza della personalità.
Calibro
Questa categoria orientativa, molto importante, dell’analisi grafologica, rivela il grado d’espansione vitale ed espressiva della personalità.
Esso si valuta in base all’altezza, misurata in millimetri, delle lettere della fascia media(a-o-e-i-r-s ecc), rientranti in tre fasce :
Calibro alto o grande: oltre i 3 mm
Considera se stesso con enfasi, valuta il mondo circostante in senso generale e lo vive cogliendone il lato suggestivo.
Calibro medio: da 2 a 3 mm
A questa fascia appartengono coloro che, in funzione anche del contesto degli altri segni, hanno una visione più equilibrata e adattata della necessità di espandere e interiorizzare i propri sentimenti.
Calibro piccolo: inferiore ai 2 mm
Al contrario di calibro grande, calibro piccolo valuta l’essenza delle cose, và in profondità, interiorizza i propri sentimenti, tende alla minuziosità.
Larghezze
La categoria delle larghezze interessa tre elementi della scrittura ovvero:
Largo di lettere cioè il rapporto tra la larghezza interna e l’altezza esterna degli ovali costituenti le lettere minuscole (“a-o”).
Esso rivela la funzione percettiva e ricettiva agli stimoli periferici, il grado d’ampiezza del campo di coscienza, la potenziale apertura dell’IO verso il TU, la predisposizione a ricevere dall’esterno. In vari testi di grafologia essa è paragonata all’apertura del diaframma dell’obiettivo di una macchina fotografica.
Largo tra lettere: è lo spazio che intercorre tra una lettera e l’altra, nell’ambito delle parole del documento in esame. Questo spazio esprime il valore simbolico della relazione che intercorre tra l’IO e TU, in altre parole il grado d’espansione e di coinvolgimento tra se stesso e l’altro.
Per cui il significato rivelerà, da un lato una persona disponibile, comprensiva, equanime nel giudicare gli altri, dall’altra rivelerà un soggetto chiuso in se stesso, isolato, pregiudiziale e con scarsa disponibilità a comprendere le esigenze altrui.
Largo tra parole è lo spazio che lo scrivente lascia tra la fine di una parola e l’inizio della successiva e corrisponde al lasso di tempo che intercorre tra ciò che è stato (la parola eseguita) e ciò che sarà (la parola che verrà eseguita). Da ciò discende che più ampio è lo spazio, maggiore sarà il tempo d’elaborazione ed esecuzione di ciò che dovrò fare.
Perciò a largo tra parole maggiore alla media corrisponde una persona portata a vagliare criticamente i propri progetti, le decisioni e i comportamenti pratici, mentre con un largo tra parole inferiore alla media avremo un soggetto che agisce spontaneamente, irriflessivo e con scarso senso critico.
Legamenti
Per legamenti s’intende il grado di continuità del flusso grafico del gesto scrittorio. Questo può essere esaminato :
All’interno della lettera (Frammentata)
Rivela il grado d’integrazione dell’IO (la lettera) con il Sé, ovvero l’adattamento dell’IO con sé stesso.
Tra le lettere che compongono la parola (Attaccata- Staccata)
Fisicamente s’intende, se e come viene eseguito, il tratto di collegamento tra lettera e lettera, rivelando il giudizio o il di rapportarsi con gli altri. Una buona continuità del tratto rivela la tendenza a stabilire i contatti con gli altri e a formarsi un giudizio sintetico e logico. All’opposto con le lettere staccate tra loro avremo difficoltà a relazionarci, tendendo ad analizzare eccessivamente le situazioni con sfocatura dell’insieme.
Tra le parole che compongono lo scritto (Legata)
Il largo tra parole è lo spazio esistente tra la fine di una parola e l’inizio della successiva. Simbolicamente rappresenta il tempo impiegato nell’eseguire il movimento a vuoto tra le parole, ovvero tra ciò che è stato (la parola eseguita) e ciò che dovrò fare (la parola successiva). Rivela quindi, se di grado giusto, un impegno delle funzioni critiche impiegate dal soggetto, adeguato alle situazioni da affrontare. Eccedendo avremo una ipercritica a discapito della spontaneità.
Ritmo grafico
Altra informazione importante che il grafologo trae dalla scrittura è il suo ritmo, espressione diretta del ritmo del vitale della persona che lo genera.
Il ritmo è la successione regolare e ininterrotta di fasi alterne, forti e deboli, esercitate sull’elemento scrivente dalla mano del soggetto.
Gli elementi che caratterizzano il ritmo di una scrittura sono:
La regolarità, la continuità, la fluidità e la rapidità.
A nessuno sfugge il nesso che lega il modo di scrivere con le caratteristiche psicosomatiche dello scrivente. Una persona nervosa non potrà avere una scrittura calma, cosi come una persona disordinata non riuscirà a scrivere in modo ordinato e uguale.
Allineamento di base
Il mantenimento della direzione del rigo, nello svolgersi dello scritto, nello spazio grafico rappresentato dal foglio, rivela il modo in cui lo scrivente si pone sul piano della realtà o si identifica nello spazio vitale.
Scrittura che mantiene il rigo: rivela coerenza, stabilità, fermezza, autocontrollo, ma anche eccessivo rigore, inflessibilità ecc.
Scrittura ascendente: è sintomo di ottimismo, ambizione, desiderio di migliorarsi, ma anche di arrivismo, voglia di dominio e potere.
Scrittura discendente: mancanza di volontà, influenzabilità, senso d’inferiorità, inaffidabilità ecc.
Inclinazione
Guardando una scrittura, un’altra cosa che s’evidenzia è l’inclinazione degli assi dello scritto rispetto il rigo di base: Pendente a Dx, Pendente a Sx (Rovesciata), Dritta. L’inclinazione rivela uno dei tre possibili atteggiamenti, dell’affettività, del sentimento e della ragione dello scrivente, nei confronti degli altri o del mondo in genere.
Pendente: rivela il desiderio di ricerca affettivo dell’altro o in genere la disponibilità alla comprensione per ciò che ci circonda.
Rovesciata: è segno rivelatore di chiusura affettiva e di resistenza intellettiva nei confronti degli altri e degli stimoli che ci circondano.
Dritta: questa scrittura integra positivamente le due tendenze estreme (Pendente, Rovesciata), tranne che sia rigidamente “dritta” assumendo in questo caso, significato d’inflessibilità, sostenutezza e rigidità sia morale che negli atteggiamenti esteriori.
Inclinazione
Guardando una scrittura, un’altra cosa che s’evidenzia è l’inclinazione degli assi dello scritto rispetto il rigo di base: Pendente a Dx, Pendente a Sx (Rovesciata), Dritta. L’inclinazione rivela uno dei tre possibili atteggiamenti, dell’affettività, del sentimento e della ragione dello scrivente, nei confronti degli altri o del mondo in genere.
Pendente: rivela il desiderio di ricerca affettivo dell’altro o in genere la disponibilità alla comprensione per ciò che ci circonda.
Rovesciata: è segno rivelatore di chiusura affettiva e di resistenza intellettiva nei confronti degli altri e degli stimoli che ci circondano.
Dritta: questa scrittura integra positivamente le due tendenze estreme (Pendente, Rovesciata), tranne che sia rigidamente “dritta” assumendo in questo caso, significato d’inflessibilità, sostenutezza e rigidità sia morale che negli atteggiamenti esteriori.
Aste letterali
Le configurazioni che possono assumere le aste letterali delle lettere lunghe, nella parte superiore o inferiore alla zona media, sono tre e delineano altrettanti atteggiamenti psicologici:
Aste con il concavo a destra: rivelano un atteggiamento adattivo, con tendenza a cedere ed accondiscendere alla istanza dell’ambiente.
Aste rette: è un segno caratterizzante una persona che assume atteggiamenti d’inflessibilità e che rivela anche forza e stabilità d’animo.
Aste con il concavo a sinistra: la scrittura in cui prevale questa caratteristica è indice di un carattere dominato dalla diffidenza, dalla scontrosità, dalla repulsione, creando così un rapporto conflittuale con l’ambiente.
Accuratezza grafica
Altra categoria grafologica importante è l’accuratezza grafica, tramite la quale si esprime, come dice il “Moretti”, il grado di sincerità-insincerità. Infatti una grafia stilata in modo compito rivelerà un grado d’insincerità diretto ed elevato, al contrario d’una grafia gettata via che sarà invece rivelatrice dell’impulso spontaneo dello scrivente. Al centro di questo continuum c’è la grafia accurata spontanea che racchiude equilibratamente le due condizioni estreme.
Profilo delle lettere
Il profilo delle lettere che compongono uno scritto, non è altro che il risultato della forma acquisita nel periodo iniziale d’apprendimento, modificata dal nostro temperamento e dal nostro vissuto, creando così una forma scrittoria personale e dall’interpretazione univoca. Una scrittura calma, veloce, chiara o confusa, sarà la manifestazione di equivalenti stati d’animo o atteggiamenti caratteriali. Ugualmente grafie che risultano stentate e titubanti o al contrario dinamiche e ardite saranno il risultato di atteggiamenti acquisiti o innati da parte dello scrivente.
Gesto Fuggitivo
Il gesto Fuggitivo o “Gesto-Tipo” è cosi denominato perché sfugge al nostro controllo e viene eseguito in modo automatico, rivelandosi cosi l’impronta più genuina del gesto grafico. Sembrerebbe un accessorio dello scritto ma è invece il complemento indispensabile di qualunque indagine grafologica. Moretti li chiama “Ricci”, si manifestano normalmente all’inizio o in finale di parola e ve ne sono di diversi tipi.
Ricci della sobrietà: le parole non presentano segni aggiuntivi superflui.
Ricci della spavalderia: i tratti finali di lettera o di parola si estendono ampollosamente.
Ricci della flemma: tratti finali che scendono e risalgono fiaccamente.
Ricci del soggettivismo: tratti che si estendono tra le parole in modo rigido.
Ricci della mitomania: tratti che si dirigono dritti in diagonale verso alto-destra.
Ricci della confusione: tratti che s’intrecciano con altre parole o altre righe.
Ricci del nascondimento: tratti finali che scendono e ripiegano a sinistra.
Ricci dell’ammanieramento: presenza di manierismi o gesti elaborati.